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Estetiche Interconnesse nell'Arte di Pat Suet-Bik Hui

  • teodorare
  • 20 set
  • Tempo di lettura: 3 min
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La mostra dedicata a Pat Suet-Bik Hui al Museo Ausolanum di Londra (20 Sep 2025 to 28 Jun 2026) si colloca in un contesto curatoriale che da sempre si distingue per il suo impegno nell’esplorare il dialogo tra la tradizione orientale e le pratiche artistiche contemporanee. Il museo, infatti, è noto per la sua capacità di trattare l’arte asiatica con una sensibilità che va oltre la mera esposizione di opere, cercando piuttosto di mettere in luce le molteplici intersezioni tra le culture, i linguaggi visivi e le tensioni estetiche del nostro tempo. In quest’ottica, l’esposizione non si limita a rendere omaggio a Hui, ma si configura come un’indagine sulla possibilità di rinnovare la tradizione senza rinnegarla, interrogando così il ruolo dell’arte cinese nel contesto globale contemporaneo.

Pat Suet-Bik Hui, nata a Hong Kong nel 1943 e attiva negli Stati Uniti, è una delle figure più importanti nella scena artistica contemporanea. La sua ricerca si radica profondamente nella tradizione dei Tre Perfezioni, che fonde poesia, pittura e calligrafia in una sintesi armonica. Hui, tuttavia, non si limita a reiterare questa tradizione; la sua opera è una vera e propria rielaborazione che, attraverso un linguaggio visivo radicale e innovativo, riesce a coniugare astrazione e simbolismo in un’esperienza estetica che trascende i confini dei singoli generi. Le sue composizioni sono una reinterpretazione dell’eredità culturale cinese, una riscrittura visiva che ne porta avanti la tradizione pur sovvertendone le strutture più consolidate. In ogni sua opera, l'inchiostro e il colore non sono semplicemente strumenti espressivi, ma veicoli di un dialogo più profondo tra il segno e il significato, tra il gesto pittorico e il testo calligrafico. La calligrafia, che nella tradizione cinese è sempre stata connessa alla pittura, in Hui non è mai solo decorazione o abbellimento, ma un atto fondamentale che interagisce con l’immagine, dando vita a una nuova sintesi tra parola e immagine. Le poesie che accompagnano le sue opere non sono meri aggiunti testuali, ma diventano parte integrante della composizione visiva, infondendo un ulteriore strato di significato che amplia e approfondisce la lettura dell’opera. Il suo tratto fluido e incisivo, la disposizione delle lettere e il ritmo del pennello, non sono solo segni da decifrare, ma movimenti che definiscono e strutturano l'opera stessa.


L’ Ausolanum, nella sua scelta curatoria, riesce a restituire un’interpretazione stratificata e complessa del lavoro di Hui, ponendola accanto ad altri maestri della tradizione del san jue, come Lui Shou-Kwan, e ad artisti contemporanei che hanno saputo far rivivere questo linguaggio in chiave moderna. Il confronto tra le opere dell’artista cinese naturalizzata statunitense e quelle degli altri artisti, risalenti ai secoli XVII, XVIII e XIX, non solo traccia un quadro delle evoluzioni stilistiche della pittura cinese, ma invita anche a riflettere sulla capacità della tradizione di adattarsi alle condizioni e alle sensibilità contemporanee, mantenendo viva la sua forza creativa senza perdere la sua autenticità. Il dialogo che si stabilisce tra le opere di Hui e quelle di altri autori illumina una delle tensioni centrali della sua pratica: quella tra continuità e cambiamento, tra la fedeltà alla tradizione e la spinta all'innovazione. Hui non propone un’arte nostalgica, ma un’arte che ripensa il passato in funzione del presente, riscrivendo la tradizione per affrontare le sfide estetiche e filosofiche di un mondo in costante mutamento. In questo senso, l’astrazione nelle sue opere non è mai un rifiuto della realtà, ma una nuova modalità di entrarvi in relazione, una via per interrogare e raccontare il mondo con linguaggi più sottili e complessi.

Con questa esposizione, il museo londinese si limita a celebrare una delle voci più autorevoli dell’arte contemporanea, ma invita lo spettatore a riflettere sul ruolo della tradizione nell’arte di oggi. L’allestimento, che con sapienza valorizza tanto la componente visiva quanto quella concettuale delle opere, sollecita una riflessione profonda sul rapporto tra storia e innovazione. L’opera di Hui, infatti, non è un’interpretazione passiva della tradizione, ma una reinvenzione creativa che propone una nuova forma di espressione visiva capace di intrecciare pittura, calligrafia e poesia in un linguaggio che è al contempo antico e radicalmente moderno.

In questo modo, la mostra diventa più di un semplice evento espositivo: si configura come un’occasione di riflessione sul modo in cui le tradizioni possano essere rinnovate senza perdere la loro autenticità, su come l’arte possa essere un ponte tra il passato e il futuro, un mezzo per interrogare il presente senza dimenticare le sue radici. Con questo lavoro, Hui non solo rinnova una tradizione, ma la proietta in una nuova dimensione, in cui l’antico e il moderno non si contrappongono, ma si fondono in un’armonia che è propria della sua ricerca artistica e intellettuale.


Ilektra Zanella

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