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L’arte della fotografia visionaria: la retrospettiva di Rodney Smith a Palazzo Roverella

  • teodorare
  • 3 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 nov

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La mostra "Rodney Smith. Fotografia tra reale e surreale," in programma a Palazzo Roverella a Rovigo dal 4 ottobre 2025 al 1 febbraio 2026, rappresenta un momento di straordinaria rilevanza nel panorama culturale contemporaneo, offrendo la prima grande retrospettiva italiana dedicata a un maestro della fotografia che ha trasformato un linguaggio visivo in un profondo atto filosofico e poetico.


L’opera di Rodney Smith (1947-2016) non si limita a catturare immagini, ma si configura come una riflessione avanzata sulla percezione, il tempo e il senso nascosto dell’esistenza, collocandosi all’intersezione fra arte, filosofia e metafisica.

Smith, definito “ingegnere del tempo perduto,” coniuga con rara maestria rigore geometrico e leggerezza onirica, mettendo in scena uno spazio fotografico dove l’elemento simbolico assume valore di portale verso dimensioni più ampie di conoscenza. La luce, protagonista assoluta del suo lavoro, non svolge un mero compito illuminante, ma si fa rivelatrice di un ordine invisibile, una “musica visiva” capace di sospendere il tempo e far scaturire un dialogo meditativo fra il visibile e l’invisibile. Smith crea immagini che sono equilibri raffinati tra la logica cartesiana e il mistero platonico, fra disciplina formale e sogno surrealista, costruendo così una vera e propria estetica metafisica che si richiama ai maestri del Novecento come Magritte.

Nella sua biografia si intrecciano studi di filosofia, teologia e una sensibilità particolare per l’umorismo sottile, elementi che emergono con forza nelle sue fotografie, capaci di tradurre il mondo in un sistema simbolico complesso ma preciso. La mostra curata da Anne Morin organizza questo percorso tematico in sei sezioni: dalla divina proporzione alla gravità, dallo spazio etereo agli specchi, fino al tempo sospeso e ai passaggi simbolici. Ogni immagine è una “armonia divina” imprigionata in un singolo istante, una finestra aperta su una realtà al contempo ordinata e paradossale. Qui il silenzio si fa protagonista, invitando lo spettatore a una contemplazione attiva, che supera la semplice fruizione estetica per diventare esperienza esistenziale e intellettuale.

Il lavoro di Smith si pone quindi come una meditazione sulla condizione umana attraverso il mezzo fotografico. La sua capacità di invitare alla “visione differente” si traduce in un’interrogazione profonda sul tempo che si dilata, sulla memoria che incide e sul significato della presenza e dell’assenza. La dialogica tra sogno e realtà, razionalità e mistero, lo rende uno degli interpreti più raffinati dell’estetica contemporanea, capace di elevare la fotografia a strumento di conoscenza e meraviglia.

Questa retrospettiva, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e sostenuta da prestigiose istituzioni culturali, è quindi molto più di un omaggio a un grande artista: è un invito a considerare la fotografia come un atto filosofico e simbolico, un linguaggio dove la forma incontra la riflessione e il senso si nasconde in ogni dettaglio apparentemente semplice. Rodney Smith a Palazzo Roverella offre così un capitolo inedito nel dialogo tra arte e filosofia, tra rappresentazione e immaginazione, proponendo uno sguardo che è al tempo stesso accademico, intelletto e sentimento.


Efthalia Rentetzi

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