THE DELUSION di Danielle Brathwaite-Shirley: L’arte interattiva come infrastruttura critica e culturale di innovazione
- teodorare
- 28 set
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 4 nov

THE DELUSION, installazione innovativa di Danielle Brathwaite-Shirley, esposta alla Serpentine di Londra, è stata commissionata e prodotta da Serpentine Arts Technologies. In programma dal 30 settembre 2025 al 18 gennaio 2026, si presenta come un emblema paradigmatico dell’arte intellettualistica contemporanea, concepita non più come semplice esercizio estetico, ma come una complessa infrastruttura culturale e politica.
Questa opera si configura come un archivio vivente e dinamico, in cui narrazioni storiche marginalizzate trovano rigenerazione attraverso processi partecipativi collettivi, ampliando l’orizzonte dell’esperienza artistica verso pratiche di inclusione e attivismo. Nella compenetrazione tra tecnologia e soggettività, THE DELUSION utilizza il medium del videogioco come strumento critico privilegiato: la sua interattività e le dinamiche di scelta si fanno lente concettuali per investigare non soltanto la storia e il trauma, ma anche la resistenza, proponendo uno spazio di negoziazione attiva del senso che sovverte la passività tradizionalmente associata alla fruizione artistica.
Ambientata in un futuro post-apocalittico segnato da una frattura sociale definita come il «Day of Division», l’installazione costruisce un universo polarizzato nel quale la dialettica della competizione si dissolve nella logica della cooperazione dialogica. Questo scenario immaginifico invita a confrontarsi con problematiche contemporanee complesse quali la censura, l’isolamento e il desiderio di una riconciliazione comunitaria, trasformando così il lavoro in un’esperienza civica e riflessiva.
L’opera si configura pertanto come un dispositivo civico ibrido, che intreccia la dimensione performativa del teatro partecipativo con quella immersiva e ludica del forum digitale. Qui l’interazione si emancipa dal mero intrattenimento ludico per divenire veicolo di rigenerazione sociale e produzione performativa di senso. Attraverso una raffinata estetica lo-fi e glitch, che richiama tanto l’immaginario videoludico degli anni Novanta quanto la precarietà delle tecnologie contemporanee, THE DELUSION induce una riflessione meta-cognitiva sui meccanismi stessi del gioco, mentre la scelta del motore open source UPBGE rafforza la dimensione comunitaria e condivisa che permea l’intero progetto. Questa sinergia interdisciplinare coinvolge contributi sonori di Loraine James, scenografie di Lydia Chan e controller personalizzati, incarnando una forma di co-autorialità collettiva che si configura come paradigma della sperimentazione artistica contemporanea.
Il lavoro rappresenta la naturale evoluzione della ricerca pionieristica di Brathwaite-Shirley sull’archiviazione delle storie Black Trans, spingendo oltre il confine tra arte interattiva, indagine sistemica e vivere politico. La galleria, tradizionalmente luogo di contemplazione passiva, diviene qui piattaforma attiva di produzione di senso e relazione, in cui la fruizione si sostanzia in un dialogo vivo e partecipato. Supportato da una monografia gamificata con saggi critici di voci autorevoli quali Legacy Russell e McKenzie Wark, THE DELUSION si impone come discorso estetico-politico fondamentale che rifiuta qualsiasi dicotomia consolatoria e propone una riscrittura radicale della convivenza civile in un presente segnato da fratture socio-politiche profonde.
Esemplare manifestazione della sperimentazione contemporanea, l’opera dimostra come le tecnologie digitali si affermino non come meri strumenti di rappresentazione ma come pratiche critiche di resistenza e rinascita culturale. Danielle Brathwaite-Shirley eleva così il rapporto tra arte e tecnologia a un terreno di attivazione critica e trasformazione sociale, stimolando una profonda revisione delle modalità di memoria collettiva e dialogo pubblico. THE DELUSION si configura quindi come uno spazio intellettuale e politico imprescindibile, capace di trasformare il linguaggio ludico in una nuova architettura espressiva di comunità rinascenti e di porre l’arte digitale al centro delle pratiche globali di resilienza culturale. In un mondo complesso e frammentato, l’opera ci richiama con urgenza a riconoscere l’esperienza estetica come pratica viva e memoria attiva, autentico laboratorio di senso e azione civica.
Ilektra Zanella









