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Casanova a Venezia

  • teodorare
  • 26 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 4 nov


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In occasione del tricentenario della nascita di Giacomo Casanova, la Fondazione Giorgio Cini presenta un progetto culturale di ampio respiro e profonda complessità, che trascende la semplice celebrazione commemorativa per proporre un’analisi critica e multidisciplinare della figura di questo emblematico protagonista del Settecento, inserito nel contesto di Venezia e dell’Europa dell’epoca.

Il programma, raffinato e articolato, si articola in convegni, concerti, seminari e due esposizioni di grande rilievo, offrendo una rilettura che non si limita a esaltare il mito, ma ne indaga la poliedrica complessità, restituendo Casanova quale uomo intensamente coinvolto nelle dinamiche culturali, sociali e politiche del suo tempo.

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La prima mostra, “Casanova e Venezia”, ospitata a Palazzo Cini a San Vio dal 27 settembre 2025 al 2 marzo 2026 e curata dall’Istituto di Storia dell’Arte in collaborazione con l’Istituto per il Teatro e il Melodramma, illustra un Casanova ben oltre il celebre libertino, configurandolo soprattutto come letterato, filosofo, alchimista, viaggiatore e diplomatico inserito nel tessuto storico e culturale della Serenissima nella fase antecedente la sua crisi definitiva. Attraverso un corpus di quasi cento opere — fra dipinti, incisioni, libri, oggetti d’arte e documenti — provenienti dalle collezioni della Fondazione e da prestigiose istituzioni europee, l’allestimento conduce il visitatore nella raffinata complessità del Settecento veneziano, restituendone la molteplicità fatta di splendori e contraddizioni.

Elemento cardine della mostra è l’Album di caricature di Anton Maria Zanetti il Vecchio, con le sue 350 vignette satiriche — di cui 39 esposte — che con sottile arguzia evidenziano le tensioni sociali e culturali di una Venezia in fermento, con particolare rilievo per il teatro, nodo cruciale nella vita di Casanova, crocevia dove si intrecciavano vita sociale e politica. Le opere selezionate dialogano intimamente con le riflessioni sulla figura di Casanova e sull’ambiente che lo ha formato: le vedute giovanili di Canaletto, che fondono paesaggio e immaginario scenografico, avvicinano alla visione estetica della Serenissima; di Francesco Guardi sono esposti l’Albero genealogico della famiglia Giovanelli e le vedute del Canal Grande, simboli delle stratificazioni sociali cittadine; il ciclo di Antonio Guardi con Cibele, Vulcano e Nettuno, vertice della sua maturità artistica, allude a simboli mitologici che riflettono tensioni e aspirazioni dell’epoca. Le opere di Pietro Longhi, improntate a una teatralità incisiva e a un acuto sguardo sociale, delineano l’ambiente quotidiano, mentre il Prato della Valle di Canaletto e il Burchiello di Giandomenico Tiepolo (proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna) ampliano la prospettiva sulle attività e i paesaggi fluviali veneziani. Il Ritratto di Farinelli di Bartolomeo Nazari, custodito al Royal College of Music Museum di Londra, introduce la dimensione musicale e performativa, centrale nella vita veneziana del Settecento. A completare il percorso, i capolavori della Scuola Grande di San Rocco di Giambattista Tiepolo — Abramo e gli angeli e Agar e Ismaele — insieme al Crocifisso di Giovanni Battista Piazzetta dalle Gallerie dell’Accademia, evocano la spiritualità e il lirismo artistico tipici di Venezia, offrendo una meditazione sull’anima e sulla trascendenza.

Questo itinerario si inserisce in un quadro culturale più ampio, volto a promuovere un dialogo contemporaneo e profondo sulle complesse dinamiche di convivenza, integrazione e confronto culturale, questioni ancora estremamente rilevanti nel contesto europeo odierno. Tale riflessione trova prosecuzione nella seconda mostra, “Casanova e l’Europa. Opera in più atti”, allestita sull’Isola di San Giorgio Maggiore dal 17 ottobre 2025 al 2 marzo 2026, che indaga la dimensione cosmopolita ante litteram di Casanova, la fitta rete di relazioni, viaggi e incontri che ne fecero un ponte tra molteplici realtà e tensioni di un continente in rapida metamorfosi.

Il progetto culturale promosso dalla Fondazione Giorgio Cini costituisce dunque un contributo di rilevante spessore e stimolo intellettuale, capace di attraversare epoche e mode, integrando storia, arte, letteratura e filosofia per sondare il senso profondo di una figura simbolo del Settecento veneziano ed europeo, il cui influsso si riverbera ancora con forza nel nostro presente.


Efthalia Rentetzi




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