Life Before Automation: La Speculazione Critica di Lawrence Lek tra Ontologia Digitale e Sinofuturismo
- teodorare
- 25 set
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L’esposizione Life Before Automation al Goldsmiths Centre for Contemporary Art (dal 27-09 al 14-12) rappresenta un appuntamento cruciale nel panorama delle arti contemporanee britanniche, elevando la ricerca artistica di Lawrence Lek, nato in Germania nel 1982 da origini malese-cinesi, a un livello di sofisticatezza e rigore intellettuale riconosciuto nelle principali istituzioni del Regno Unito. La sua formazione al Trinity College di Cambridge, all’Architectural Association di Londra e al The Cooper Union di New York si manifesta in una pratica definita “simulativa critica”, dove ambienti digitali iperrealistici vengono impiegati per decostruire e rielaborare geografie immaginarie tramite riscritture speculative e diacroniche che superano il fotorealismo.
Il Goldsmiths CCA, istituzione d’avanguardia situata nel cuore del campus della Goldsmiths, Università di Londra, si rivela anche in questo caso, luogo ideale per accogliere un progetto di tale complessità. Dedicato alle arti contemporanee e aperto a un pubblico variegato, ospita mostre internazionali e sostiene sia pratiche consolidate sia emergenti, consolidando la reputazione di Goldsmiths come polo di innovazione ed eccellenza. La sua offerta culturale spazia da nuove commissioni a rassegne storiche, survey e progetti di ricerca a lungo termine, adattandosi flessibilmente a spazi differenti, dai classici white cubes alle ambientazioni più insolite come la cisterna vittoriana trasformata in spazio espositivo.
L’opera di Lek si inscrive nel paradigma del Sinofuturismo, intrecciando intelligenza artificiale e geopolitica tecnologica cinese in una visione distopica e utopica, volta a disarticolare le narrazioni lineari del progresso tecnologico. Questo complesso apparato, costituito da film, installazioni ambientali, videogiochi e paesaggi sonori, genera un’esperienza immersiva che indaga la fluidità delle soggettività contemporanee in un contesto di accelerazione tecnologica e mutazioni socio-politiche, configurandosi come la più estesa e articolata presentazione dedicata all’artista.
Il percorso curatoriale si sviluppa su un arco temporale di oltre tre secoli, creando un worldbuilding che sfida l’antropocentrismo e riflette sulle trasformazioni indotte dall’ascesa tecnologica della Cina quale epicentro globale. Al centro della narrazione si trova il conglomerato immaginario Farsight, nodo in cui convergono eventi storici e costruzioni speculative, offrendo così una mappa temporale che fonde passato, presente e futuro, sovvertendo i paradigmi tradizionali della narrazione lineare.
L’architettura del Goldsmiths CCA, con la sua varietà di spazi policentrici – dai white cubes classici alla cisterna vittoriana rivestita di ferro – favorisce un dialogo dinamico con il carattere poliedrico e multisensoriale delle opere di Lek, le quali richiedono un’esposizione complessa e articolata. Progettato dallo studio Assemble e situato accanto al Dipartimento di Arte della Goldsmiths, il CCA funge da nodo di connessione tra pratiche emergenti, ricerca accademica e pubblico, promuovendo un coinvolgimento che abbraccia tanto la comunità locale di Lewisham quanto un pubblico internazionale, grazie a programmi educativi, iniziative divulgative e una ricca programmazione culturale ospitata nella Oak Foundation Gallery.
Inaugurata con un monologo tratto da NOX (2023), la mostra si configura come un dispositivo teoretico-estetico stratificato, progettato per stimolare una riflessione approfondita sulla soggettività nell’epoca dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. L’opera di Lek trascende i confini estetici per inserirsi nel dibattito filosofico, sociologico e politico-economico sulle trasformazioni epocali, offrendo una “fantascienza che già esiste” e rappresentando una lente critica fondamentale per decostruire i paradigmi della modernità tecnologica, indagando identità, coscienza e struttura sociale, e aprendo nuove prospettive di riflessione e azione critica nell’era digitale.









